Il bambino rievoca il nostro passato. Che siamo genitori o educatori, ognuno di noi è stato bambino. Ognuno di noi è stato in una relazione con un genitore o con un educatore.
E nell’incontro col bambino, noi torniamo con un ruolo diverso in una relazione adulto-bambino. In un certo senso, in quella relazione noi siamo contemporaneamente il presente adulto e il passato bambino.
Perchè?
Perchè noi siamo il risultato di vari fattori: genetici, ambientali, familiari ed educativi. Quindi così come un pezzo del DNA dei nostri genitori è dentro di noi e ci forma, un pezzo delle nostra storia educativa agisce e guida le nostre relazioni e le nostre emozioni.
È ciò che gli studiosi chiamano neurobiologia interpersonale.
Il modo in cui comunichiamo con i nostri figli o alunni ha un grosso impatto sul loro sviluppo emotivo. In quanto educatori abbiamo la responsabilità di creare interazioni empatiche che favoriscono lo sviluppo nei bambini della capacità di conoscere e comprendere se stessi.
Ovviamente non possiamo tornare indietro e cambiare il nostro passato, risolvere questioni irrisolte. Però possiamo cambiare il nostro modo di pensare a quegli eventi.
La possibilità di costruire relazioni positive con i bambini, figli o no, dipende dalla nostra capacità di rimanere aperti alle nostre possibilità di crescita e sviluppo. E questa opportunità di crescere e cambiare è presente durante tutto il corso della nostra vita; sta a noi renderla attiva e coglierla.
Come?
Consapevolezza, disponibilità ad apprendere, flessibilità di risposta, capacità di percepire le menti e gioia di vivere. Questi sono gli ingredienti per un buon educatore.


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