La Matematica Vedica insegna la matematica attraverso il riconoscimento di schemi e di immagini visive.
I numeri, le relazioni tra i numeri e le operazioni possono essere visti come forme, o come schemi visivi.
Uno schema visivo e una forma, per un bambino, sono più facili da recuperare in memoria rispetto a dei concetti astratti.
Lo stesso accade a noi adulti. Pensate a come fate a recuperare dalla memoria il codice del bancomat, se lo avete dimenticato… Recuperate dalla memoria lo schema del movimento delle vostre dita sulla tastiera, o la sequenza numerica?
Una volta che il nostro cervello ha immagazzinato uno schema, esso diventa un automatismo, che possiamo riprodurre facilmente.
Insegnare la Matematica Vedica fin dai primi anni scolastici facilita l’apprendimento di questi schemi. E rende i calcoli più dinamici e divertenti.
Dal punto di vista mentale, ciò significa allenare la mente a vedere sia l’insieme che il particolare. E soprattutto significa utilizzare entrambi gli emisferi, destro e sinistro, “creativo” e “razionale”, insieme.
Ciò porta all’apprendimento per scoperta.
La mia esperienza didattica con la Matematica Vedica
La mia esperienza didattica e familiare (homeschooling) mi porta ad affermare che insegnare la matematica a bambini non scolarizzati di 6/7 anni attraverso la Matematica Vedica consente di avere un approccio ai numeri e al mondo dei numeri completo.
Tale approccio fornisce una base dalla quale il bambino parte per “scoprire” i numeri e le relazioni tra i numeri in maniera autonoma.
E la scoperta produce un apprendimento più duraturo nel tempo rispetto alla memorizzazione.
In bambini scolarizzati, e in bambini più grandi, ciò è meno immediato, poiché è come se dovessero destrutturare uno schema mentale matematico per far posto ad un altro. E questo processo, in bambini o ragazzini che hanno già una antipatia per la matematica, è ancora più difficile, perché non vogliono imparare di nuovo e in un modo diverso qualcosa che hanno già imparato con tanta fatica.
Alcuni, superata la fatica iniziale, scoprono un modo completamente nuovo di operare con i numeri e di rapportarsi con la matematica, senza più ansia e paura.
Per altri invece sembra che seguire il metodo della matematica istituzionale e tradizionale sia più rassicurante che orientarsi verso un nuovo sistema.
Pur suscitando interesse e curiosità, e pur notando una certa semplificazione nei calcoli e nell’apprendimento della matematica, persiste la difficoltà ad introdurre tale novità didattica sia in ambito familiare, che all’interno di un contesto istituzionale.
Ciò produce una forte resistenza al cambiamento, anche negli adulti.
La causa potrebbe essere in quelle che sono state definite dalle neuroscienze abitudini mentali, per cui tendiamo a riproporre schemi conosciuti, emotivi e comportamentali, anche quando ci rendiamo conto che sono disfunzionali o disadattivi, o che ne esistono altri che ci farebbero vivere meglio.
Convinti che non si possa cambiare, ci precludiamo la possibilità di essere altro, e di conoscere altro.
La Matematica Vedica, vista in un’ottica più ampia e non solo come metodologia di calcolo, allena la nostra mente a uscire dagli schemi, ad esplorare e a sorprendersi.


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